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L'Impatto dell'Ondata di Calore Estrema sulla Gestione dell'Ipovolemia in Cani Affetti da Endocardiosi Mitralica

  • 6 lug
  • Tempo di lettura: 3 min
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L'attuale escalation termica che sta interessando il continente europeo, caratterizzata da un progressivo innalzamento dello zero termico a quote anomale e temperature superficiali persistentemente elevate, costituisce un fattore di stress ambientale significativo. Tale condizione climatica impone un onere fisiologico aggiuntivo sugli organismi omeotermici, in particolare quelli con preesistenti compromissioni sistemiche.

In questo contesto, la gestione clinica dell'ipovolemia in pazienti canini affetti da endocardiosi valvolare mitralica (DMVD) diviene una sfida complessa, richiedendo una comprensione approfondita delle interazioni fisiopatologiche.


Endocardiosi Valvolare Mitralica (DMVD): Un Quadro Fisiopatologico Critico


La DMVD, patologia degenerativa progressiva dei lembi valvolari mitralici, determina un'insufficiente coaptazione valvolare con conseguente rigurgito mitralico (MR). Questo volume di rigurgito genera un sovraccarico di volume sull'atrio sinistro (LA) e sul ventricolo sinistro (LV), innescando una serie di meccanismi compensatori:

  • Dilatazione Atriale e Ventricolare: L'aumento del precarico porta alla dilatazione delle camere sinistre.

  • Ipertrofia Miocardica: Un meccanismo compensatorio volto a normalizzare lo stress parietale.

  • Attivazione Neuro-Umorale: Il sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone (RAAS) e il sistema nervoso simpatico vengono attivati per mantenere la gittata cardiaca e la perfusione tissutale.

Questi meccanismi, inizialmente adattativi, divengono maladattivi con la progressione della patologia, culminando nell'insufficienza cardiaca congestizia (CHF), caratterizzata da edema polmonare e/o accumulo di liquidi cavitari.


L'Onda di Calore Estrema: Un Fattore Scatenante l'Instabilità Emodinamica


L'incremento esponenziale della temperatura ambientale impone un meccanismo di termoregolazione predominante nei canidi: la dispnea ansimante. Questo processo, sebbene efficace nella dissipazione del calore per evaporazione, comporta una significativa perdita di fluidi e di elettroliti attraverso le vie respiratorie.

L'aumento dello zero termico, indicatore di una massa d'aria calda persistente anche a quote elevate, implica che il raffreddamento notturno sia minimo o assente, non consentendo un ripristino fisiologico delle riserve idriche.


Ipovolemia in Pazienti Cardiopatici: Una Complicanza Critica


La vulnerabilità all'ipovolemia in un cane con DMVD è multifattoriale e amplificata dalle condizioni climatiche avverse:

  1. Compromissione del Volume Intravascolare Effettivo:

    • Perdita di Fluidi per Termoregolazione: L'eccessiva ansimazione e la potenziale diaforesi plantare (seppur limitata nei cani) determinano una disidratazione significativa.

    • Terapia Diuretica Concomitante: La maggior parte dei pazienti con DMVD in stadio avanzato (ACVIM B2, C, D) è in terapia con diuretici dell'ansa (es. Furosemide) per gestire la congestione. Questi farmaci, essenziali per ridurre il precarico e l'edema, aumentano l'escrezione renale di acqua e sodio, esacerbando il rischio di deplezione di volume e di squilibri elettrolitici (iponatremia, ipokaliemia). La loro somministrazione in un contesto di ridotta assunzione di liquidi o aumentata perdita per cause ambientali può precipitare rapidamente uno stato di ipovolemia.

  2. Ridotta Capacità Compensatoria Cardiocircolatoria: Un cuore affetto da DMVD presenta già una riserva funzionale compromessa. La diminuzione del precarico indotta dall'ipovolemia, sebbene teoricamente in grado di ridurre il rigurgito, porta a una riduzione critica della gittata cardiaca effettiva. Questo è dovuto alla legge di Frank-Starling, dove un precarico insufficiente impedisce al miocardio di contrarsi con forza ottimale, compromettendo la perfusione d'organo.

  3. Conseguenze dell'Ipoperfusione d'Organo: Lo stato ipovolemico porta a una riduzione del flusso sanguigno a organi vitali.

    • Reni: L'ipoperfusione renale può indurre insufficienza renale acuta pre-renale, particolarmente grave in pazienti che spesso presentano già una comorbidità di insufficienza renale cronica o sono predisposti a lesioni renali acute (es. per l'uso di ACE-inibitori o SGLT2-inibitori, sebbene questi ultimi non siano primariamente utilizzati in DMVD in stadio avanzato).

    • Cervello: La ridotta perfusione cerebrale può manifestarsi con letargia, disorientamento o sincope.

    • Muscolatura scheletrica: Astenia e intolleranza all'esercizio.


Strategie di Mitigazione e Monitoraggio Clinico


La gestione di questi pazienti in condizioni climatiche estreme richiede un approccio proattivo e un monitoraggio rigoroso:

  1. Monitoraggio Emodinamico: La valutazione regolare di parametri quali la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa (sistolica e diastolica), il tempo di riempimento capillare (CRT) e la colorazione delle mucose è fondamentale.

  2. Valutazione dello Stato di Idratazione: Oltre alla turgidità cutanea e alla secchezza delle mucose, è cruciale valutare l'introito idrico. L'implementazione di cibi umidi o l'aggiunta di acqua/brodo a basso contenuto di sodio nella dieta può essere strategica.

  3. Aggiustamento della Terapia Diuretica: La dose di diuretici deve essere attentamente ricalibrata in base allo stato di idratazione e ai parametri emodinamici. In alcuni casi, potrebbe essere necessario sospendere temporaneamente o ridurre la dose in presenza di segni di ipovolemia, sotto stretta supervisione veterinaria.

  4. Minimizzazione dello Stress Termico: Restrizione dell'attività fisica durante le ore più calde, accesso costante a zone ombreggiate e fresche (es. ambienti climatizzati), utilizzo di tappetini rinfrescanti o asciugamani umidi.

  5. Monitoraggio della Frequenza Respiratoria a Riposo (RRR): Un aumento persistente della RRR (>30-35 respiri/minuto) può indicare una congestione polmonare (quindi un eccesso di liquidi) ma anche uno sforzo termoregolatorio eccessivo che può portare a disidratazione. La sua interpretazione deve essere integrata con altri parametri clinici.


In breve, l'ondata di calore attuale amplifica significativamente il rischio di ipovolemia nei pazienti canini affetti da DMVD, data la loro intrinseca compromissione cardiocircolatoria e la frequente necessità di terapia diuretica. Una gestione clinica rigorosa, basata su un monitoraggio costante e un'attenta modulazione terapeutica, è imperativa per prevenire complicanze acute e preservare la stabilità emodinamica di questi soggetti vulnerabili.

 
 
 

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